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domenica 27 novembre 2011

Carmela Melania Rea, l'omicidio di una giovane madre

Data pubblicazione:22/04/2011
Carmela Melania Rea, 29 anni, è scomparsa intorno alle 15 del 18 aprile 2011 sul Colle San Marco di Ascoli Piceno, dov’era andata per trascorrere qualche ora all’aria aperta insieme al marito, Salvatore, militare di carriera al 235esimo Reggimento Piceno, e alla loro bambina di 18 mesi. Si è allontanata dicendo che sarebbe andata alla toilette di uno degli chalet di zona, ma i gestori non l'hanno mai vista entrare, circostanza confermata dalle telecamere installate fuori della struttura. Il marito, dopo una ventina di minuti, non vedendola tornare, ha chiamato i soccorsi e facendo scattare le ricerche di Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco, Vigili urbani, Soccorso Alpino e Corpo Forestale dello Stato, accompagnati anche da unità cinofile. Il cane molecolare messo sulle sue tracce ha seguito la pista fino a un sentiero che sfocia in un piccolo corso d'acqua (dragato senza esito), nei pressi del Sacrario partigiano e non distante da una strada dove un'auto avrebbe potuto prelevare la donna e portarla verso l'Abruzzo, fino a Colle San Giacomo e a Ripe di Civitella. Carmela Rea conosceva bene il posto da dove è scomparsa. C’era stata con il marito altre volte e anche con delle amiche che hanno bimbi piccoli come lei. Il suo corpo è stato scoperto il 20 pomeriggio in seguito alla telefonata anonima di un uomo che quel giorno stesso, intorno alle 14:30 - 15:00, ha avvertito il 113 da una cabina telefonica pubblica del centro di Teramo. La salma è stata ritrovata a Ripe di Civitella, nel comune di Civitella del Tronto (Teramo), a circa 18 chilometri di distanza da Colle San Marco. E’ una zona boscosa, a qualche centinaio di metri da una deviazione lungo la strada provinciale 35 che collega la provincia di Teramo a quella di Ascoli, e nei pressi di una località chiamata Casermette, dove si svolgono esercitazioni militari di tiro. Una zona troppo lontana dal pianoro dov’era scomparsa la donna per ipotizzare che ci sia arrivata da sola.
Dall’autopsia, effettuata all’ospedale di Teramo dall’anatomopatologo Adriano Tagliabracci, risulta che la donna sarebbe stata uccisa con trentacinque coltellate, soprattutto sul tronco e sul collo. Non ci sono segni di strangolamento e nemmeno di violenza sessuale. Una siringa trovata conficcata sul corpo non è stata determinante per il decesso. Una delle ferite alla gola è profonda, altre sono arrivate in profondità a ledere organi interni. L’anatomopatologo fa risalire la morte al periodo di tempo tra le ore 24 del 18 aprile e le 3 del giorno dopo, quindi, 9-12 ore dopo la denuncia della scomparsa. L’omicidio è avvenuto in un luogo diverso da quello in cui è stato ritrovato il cadavere. I Ris compiranno gli esami tossicologici sia sul liquido contenuto nella siringa sia su eventuali tracce organiche trovate sul cadavere. Carmela Rea non sarebbe stata legata e questo induce a credere che possa essere stata narcotizzata e poi uccisa. La competenza delle indagini è passata alla Procura di Ascoli Piceno che già si era affiancata ai colleghi della procura teramana che hanno avviato l’inchiesta. Accanto al corpo è stato rinvenuto il cellulare con la batteria scarica. È stata ritrovata un’altra sim card della quale il marito non sarebbe stato a conoscenza. Il segnale del cellulare sarebbe stato attivo fino alle 19 circa, orario fino al quale potrebbe fornire indizi sugli spostamenti della donna.

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