Denis Bergamini
Data pubblicazione:02/11/2011

Secondo il perito del Tribunale, Denis Bergamini era stato colpito dal camion solo un metro prima rispetto al punto dove venne trovato il corpo. “Le lesioni riscontrate da Bergamini sono essenzialmente addomino-perineali (...) – riporta l`autopsia -. L`assenza di lesioni al capo, al torace, agli arti superiori, alle ginocchia, alle gambe, ai piedi, (…) conduce a ritenere verosimile l`ipotesi di schiacciamento da parte di unico pneumatico del corpo disteso al suolo, disposto con il capo verso la mezzeria stradale (…) Tale disposizione individua, inoltre, l`applicazione del trauma sulla destra del corpo (…). Bergamini venne investito da automezzo pesante, dotato di un moto lento”. Per l’autopsia l'addome di Bergamini è quindi “esploso”, non c'è stato urto, abbattimento al suolo, propulsione né trascinamento del corpo. Il calciatore era supino quando la ruota del camion gli è passata sopra, lentamente, da destra, provocandone la morte. Tutto il resto del corpo è rimasto integro.
La ex fidanzata di Bergamini dichiarò che il pomeriggio del 18 novembre il calciatore lasciò il ritiro della sua squadra per andarla a prendere con la sua Maserati biturbo per poi allontanarsi da Cosenza e imboccare la statale 106 jonica, che conduce a Taranto. Secondo lei Bergamini avrebbe voluto lasciare il mondo del calcio e partire per le isole Hawaii, per l`Amazzonia o per le Azzorre dal porto pugliese. Ma, dopo un`ora di tragitto sulla statale 106, avrebbe parcheggiato l`auto in una piazzola sterrata all`altezza di Roseto Capo Spulico. Lì, dopo una lunga discussione, sarebbe sceso dalla Maserati, avrebbe raggiunto il ciglio della strada e al passaggio del camion si sarebbe gettato sotto le sue ruote. Nel corso delle indagini né la Maserati né il camion furono sequestrati e controllati, gli abiti sparirono e le scarpe dopo alcuni mesi furono consegnate di nascosto ai genitori del calciatore da un magazziniere del Cosenza, prima di morire a sua volta in circostanze poco chiare in un incidente stradale a pochi chilometri da dove morì Bergamini. Le scarpe di camoscio marrone, l'orologio e la catenina che Bergamini aveva con sé la sera del 18 novembre 1989 non presentano graffi né abrasioni. Al momento dell`incidente pioveva e, sempre secondo la ricostruzione fatta dall`ex fidanzata, la piazzola era sterrata e fangosa, ma le scarpe non ne presentano traccia. Nel 1994 la Procura aprì un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio, ma le intercettazioni disposte su alcuni testimoni, per una serie di disguidi, non vennero effettuate e le indagini si arenarono. Successivamente, anche grazie al lavoro di Carlo Petrini, ex calciatore che alla vicenda ha dedicato il libro "Il calciatore suicidato", è emerso che intorno a Bergamini al Cosenza circolavano strani personaggi. "Chi l’ha visto?" ha rintracciato la Maserati biturbo che il calciatore aveva comprato su pressione di un dirigente del Cosenza Calcio e che era appartenuta a un uomo legato a un noto pregiudicato cosentino, scoprendo che al suo interno c’erano dei vani nascosti che potevano essere utilizzati per trasportare qualcosa, probabilmente all’insaputa dello stesso Bergamini. L'auto, seguendo in trasferta il pullman della squadra, che nella stagione 1989/1990 militava in serie B, percorreva migliaia di chilometri in giro per l’Italia. Diverse segnalazioni anonime arrivate alla famiglia Bergamini suggeriscono che le cause della morte sarebbero da ricercare in un traffico di droga, per il quale sarebbe stata usata proprio la Maserati.
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