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giovedì 12 gennaio 2012

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Yara: a "Chi l'ha visto?" parla la donna a cui è stato prelevato il Dna

Dopo mesi di indagini gli inquirenti sono arrivati a raccogliere migliaia di campioni genetici. Uno di questi a 800 chilometri di distanza dal luogo del delitto. Da un centro della provincia di Frosinone una donna, madre di tre figli  ha contattato "Chi l'ha visto?" e ha detto di essere stata contattata dai carabinieri: "A fine ottobre – ha raccontato nella puntata dell'11 gennaio – il maresciallo della stazione qui vicina mi ha convocata dicendo che il mio telefonino risultava agganciato alla cella di Brembate di Sopra il giorno della scomparsa di Yara. Mi sono presentata in caserma  dove il maresciallo mi ha mostrato un foglio con un numero di telefono che diceva essere intestato a me. Io ho risposto che non mi risultava di aver mai avuto quel numero. Lui ha preso il telefono e lo ha digitato. Suonava libero. Poi mi ha fatto diverse domande: mi ha chiesto dove ero il 26 novembre 2010, se ero mai stata a Brembate Sopra, poi il modello, il colore e il numero di targa della mia auto". La vicenda sembrava essersi chiusa quando, una volta rientrata a casa, i carabinieri si sono fatti vivi di nuovo. La donna ha raccontato di essere stata quindi sottoposta al test del Dna: "Il maresciallo – ha raccontato la donna – mi ha prelevato il Dna passandomi sulle gengive due tamponi, che ha chiamato "A" e "B", poi mi ha fatto firmare il verbale. Uscendo dalla caserma sono scoppiata a piangere: mi è crollato il mondo addosso, non riuscivo e non riesco a capire perché siano venuti da me. L'ho fatto per la ragazza e per la sua famiglia, ma quel numero di telefono non è mio, non sono mai stata a Brembate Sopra e soprattutto sono una donna mentre il Dna ritrovato sugli slip di Yara risulta essere quello di un uomo».  Il legale della donna ha precisato che entrambi i gestori telefonici che hanno avuto in gestione il numero hanno confermato che non è mai stato intestato alla donna.




[Guarda il video nella puntata dell'11 gennaio]

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